Tagliatelle ai frutti di mare

Oggi vi presentiamo la ricetta delle Tagliatelle ai frutti di mare.

Inutile dirlo, ogni pugliese che si rispetti adora i frutti di mare, proprio per questo la tradizione pugliese pullula di ricette con i frutti di mare, amatissime e ricercate.

Ogni donna in regione conserva la sua ricetta personale, contenente piccoli trucchi e segreti che mai verranno svelati.

I frutti di mare sono deliziosi da assaporare con la pasta lunga, in base alle preferenze si scelgono linguine, spaghetti, fettuccine o altre tipologie.

In questa deliziosa ricetta vi spieghiamo passo dopo passo come ottenere delle ottime tagliatelle ai frutti di mare, dove il sugo viene preparato con calamaretti, polipetti e la speciale aggiunta dei lupini: un piatto ideale per pranzo o cena, completo e gustosissimo che stupirà ogni vostro ospite.

INGREDIENTI PER LA RICETTA

360 g di tagliatelle
300 g di calamari
300 g di polipetti
500 g di lupini
10 pomodorini
aglio q. b.
olio extra vergine d’oliva q. b.
sale q. b.
pepe q. b.
peperoncino q. b.
prezzemolo q. b.

Tagliatelle ai frutti di mare

Per preparare un piatto ideale di tagliatelle ai frutti di mare partite lasciando soffriggere in una padella larga, con abbondante olio extra vergine d’oliva uno spicchio d’aglio schiacciato ed un peperoncino.

Una volta dorato l’aglio aggiungetevi i polipetti ed i calamari già tagliati a rondelle.

Una volta ultimata la cottura aggiungete una decina di pomodorini, salate e pepate il tutto.

Lasciate restringere il sughetto aggiungendovi infine i lupini.

Coprite con un coperchio aspettando che le valve si aprano.

Separatamente preparate dell’acqua salata sul fuoco e una volta giunta ad ebollizione calatevi le vostre tagliatelle, che toglierete al dente.

Dopo averle scolate fatele saltare nel sugo con i fruttti di mare.

La storia delle tagliatelle

tagliatelleLe origini delle tagliatelle sono antichissime e difficilmente documentabili, in quanto la loro storia si intreccia con quella di altri formati di pasta, diffusi già dall’epoca romana quali le lagane menzionate da Orazio.

Il termine si ritrova già nel Cinquecento, in un trattato del provveditore ducale alla corte estense di Ferrara Cristoforo di Messisbugo, pubblicato postumo nel 1549 col titolo Banchetti compositioni di vivande, et apparecchio generale.

Nell’opera è riportata la ricetta di un formato di pasta chiamato “lasagnuolle overo tagliatelle tirate”, suggerendo un’origine comune con le lasagne.

La ricetta riportata da Cristoforo di Messisburgo rispecchia in buona parte quella attuale.

Le tagliatelle vengono inoltre riportate nel 1593 fra i principali formati di pasta dall’ecclesiastico romagnolo Tommaso Garzoni.

A quel tempo era in uso anche il termine al maschile “tagliatelli”, come testimoniato da ricettari dell’epoca come l’Opera di Bartolomeo Scappi.

Durante il ventennio fascista lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti, come atto paradossale di provocazione, propose l’abolizione delle tagliatelle e dei maccheroni perché considerati cibi “antivirili” e “antiguerrieri”.

Il 16 aprile 1972 Francesco Majani e Alcino Cesari, in nome dell’Accademia italiana della cucina, depositarono presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna la ricetta e la misura della vera tagliatella di Bologna.

Un campione di tagliatella in oro è esposto in bacheca presso la Camera di Commercio.

Le misure della tagliatella cotta stabilite corrispondono a 8 millimetri di larghezza (pari alla 12 270ª parte della torre degli Asinelli) equivalenti a circa 7 mm da cruda.

Lo spessore non è stato codificato con precisione, comunque deve essere tra i 6 e gli 8 decimi di millimetro.

Durante il ventennio fascista lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti, come atto paradossale di provocazione, propose l’abolizione delle tagliatelle e dei maccheroni perché considerati cibi “antivirili” e “antiguerrieri”.

Il 16 aprile 1972 Francesco Majani e Alcino Cesari, in nome dell’Accademia italiana della cucina, depositarono presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna la ricetta e la misura della vera tagliatella di Bologna.

Un campione di tagliatella in oro è esposto in bacheca presso la Camera di Commercio.

Le misure della tagliatella cotta stabilite corrispondono a 8 millimetri di larghezza (pari alla 12 270ª parte della torre degli Asinelli) equivalenti a circa 7 mm da cruda.

Lo spessore non è stato codificato con precisione, comunque deve essere tra i 6 e gli 8 decimi di millimetro.

Fonte : puglia.com

Fonte: wikipedia

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