Le 5 migliori masserie in Puglia

Un primo elenco delle migliori masserie in puglia è doveroso ora che si sta avvicinando la stagione estiva 2023.

Voglia di mare, di cene all’aperto e di passeggiate tra gli ulivi.

La Puglia è oggi la destinazione scelta da molti turisti; case e costruzioni rurali, che per secoli hanno ospitato attività agricole, sono l’emblema dell’accoglienza contemporanea.

Micromondi nati tra il XVI e il XVIII secolo, quando i Borboni affidarono ai massari i fondi ecclesiastici in modo che potessero organizzare e controllare il lavoro dei contadini.

Piccoli villaggi ben organizzati dove padrone, contadini e animali condividevano uno spazio, spesso fortificato, che comprendeva gli alloggi, un grande cortile, stalle, depositi e magazzini, un forno, pozzi e cisterne.

Ma quale scegliere per vivere pienamente il sud e mangiare bene?

Le case bianche a picco sul mare, le antiche masserie, ma anche i furni della “campagna amara” si animano tra gli ulivi e diventano strutture di lusso.

La Puglia è una terra generosa che si trasforma e lo fa all’insegna di una cultura dell’ospitalità ben radicata.

Migliori masserie in Puglia

cominciamo il nostro viaggio nelle migliori masserie in puglia.

A Otranto, dove l’Adriatico lambisce lo Ionio, c’è la bellissima Masseria Montelauro, un’antica dimora del 1878 a 2 km dal mare, elegante e rispettosa delle sue origini, spaziosa e piena di luce.

Il ristorantino sotto il pergolato dove mangiare i piatti della tradizione e sorseggiare un buon negramaro è intimo e romantico.

La piscina è all’ombra dell’agrumeto, lineare e accessibile da tutte le camere con soffitti a volta in pietra leccese.

migliori masserie in puglia

A pochi kilometri da Otranto, a Serrano, c’è un resort di lusso immerso nella campagna salentina: Furnirussi Tenuta.

Dove pochi anni fa c’era solo un “furnu” o pajaru, una costruzione simile a un trullo ma a forma di tronco di cono, in cui trovavano riparo gli attrezzi da lavoro o i contadini durante un temporale improvviso, oggi sorgono camere spaziose, una spa e una splendida piscina di design di 1000 mq tra ampi giardini e essenze mediterranee.

Furnirussi vale una visita anche solo per scoprire, circondati da un boschetto di canfore, la cucina dello chef Fabrizio Gagliardi.

migliori masserie in puglia

continuando il nostro viaggio nelle migliori masserie in puglia, alle porte dell’affascinante Lecce, Agri Bio relais Filippo de Raho, una dimora storica immersa tra gli ulivi con sole 7 camere, offre la quiete a due passi dalla città del barocco pugliese. Sotto le volte o a bordo piscina, lo chef Emanuele Confessore ci racconta le sue esperienze in giro per il mondo attraverso gli ingredienti del territorio.

migliori masserie in puglia

E per un dolce speciale?

Masseria Copertini a Vernole che, sotto volte a stella o a botte e tetti a falde, ospita le camere, la cucina, la cantina, le sale e la “mattrabanca”: la dispensa dei prodotti artigianali confezionati dal ristorante Lilith.

Ma, soprattutto, da Lilith possiamo incontrare il pasticciere Francesco Pellegrino (fratello di Floriano, ristorante Bros), che a soli 18 anni era già nella cucina di Berasategui, poi al fianco di Paco Torreblanca a Barcellona e poi a El Celler de Can Roca, proprio nell’anno in cui Jordi Roca è stato premiato miglior pasticciere del mondo.

migliori masserie in puglia

Per chi invece vuole vivere una vacanza in una tipica casa salentina, semplice e autentica, segnaliamo Relais San Martino del gruppo Ria Hotels, una dimora storica del 700 con un giardino all’italiana dove godersi i piatti della brava “cuciniera” Chiara Murra. La chef dirige il ristorante etico A casa tu Martinu, concentrata sulla cucina con le verdure locali e la cottura con l’acqua di mare.

migliori masserie in puglia

Continueremo nel prossimo articolo a parlare delle migliori masserie in puglia

Le masserie

La masseria (detta anche massarìa, mentre il fattore della masseria viene chiamato massàro o massàio) è un insieme di edifici rurali adibiti ad abitazioni, ricovero animali e supporto per i titolari di aziende agricole tipiche dell’Italia meridionale.

Il termine deriva dalla parola “masserizie” (suppellettili, mobili, attrezzi di uso agricolo e pastorale, depositi granari, depositi di alimenti per le persone e per gli animali) che venivano conservate e protette all’interno di grandi, tipiche costruzioni in pietra e/o in mattoni, dove vivevano imprenditori agricoli, proprietari di aziende agricole, contadini e pastori.

Alcune, di proprietà di famiglie di origine nobiliare e di censo elevato, erano anche fortificate e munite di cinte murarie e torri difensive.

Storia delle masserie

La nascita della masseria fu spesso un prodotto della colonizzazione baronale di vaste aree interne abbandonate e incolte, negli anni tra il XVI secolo e il XVIII secolo, quando la Spagna, per approvvigionarsi dei cereali, concedeva la licenza di ripopolamento ai nobili del Regno delle Due Sicilie, i quali arrivavano a fondare perfino dei veri e propri villaggi nei dintorni della costruzione originaria.

In Basilicata tra ‘700 e ‘800 diventarono ancora più numerose all’abolizione della feudalità, con lo smembramento dei grandi latifondi appartenenti alla antica nobiltà feudale o alle grandi organizzazioni ecclesiastiche.

Con le famiglie borghesi le masserie raggiunsero un maggiore livello di espansione e di produttività agricola (produzione di cereali) o pastorale.

In seguito, specie nelle zone più ricche e dove l’agricoltura più fiorente permise ai proprietari di recarvisi in vacanza, iniziarono a trasformarsi progressivamente fino ad assumere la dignità di “villa” o “casino di campagna”.

In Puglia, in particolar modo in Valle d’Itria e nelle campagne delle provincie Taranto, Bari, Brindisi, Lecce e in Capitanata, nelle zone di tradizionale uso agricolo, sono sopravvissute al tempo tali costruzioni di notevole volume ed estensione spesso in abbandono, ma sempre più frequentemente restaurate e riutilizzate come aziende agrituristiche.

A partire dagli anni novanta del Novecento si è diffuso il recupero di alcune di queste masserie storiche che vengono ristrutturate per adibirle ad agriturismi e a bed and breakfast.

In tal modo si raggiunge anche l’importante obiettivo di garantire la salvaguardia e la conservazione di tali storici monumenti.

A differenza di simili esperienze europee (i paradores in Spagna o i Relais & Châteaux francesi)[senza fonte] queste attività non sono gestite dallo Stato, ma dai privati, generalmente i singoli proprietari.

 

Fonte: Repubblica

Fonte: Puglia.com