Stoccafisso con verdure al forno

Oggi vi presentiamo la ricetta dello stoccafisso con verdure al forno.

Il merluzzo, conservato per essiccazione, viene utilizzato in un piatto tipico della cucina pugliese, ossia lo stoccafisso con verdure al forno.

Il gusto deciso e salato dello stoccafisso, viene stemperato in questa sfiziosa ricetta della dolcezza naturale delle verdure sapientemente abbinate.

Un ottimo secondo o volendo un gustoso piatto unico, speciale d’inverno come d’estate.

Stoccafisso con verdure al forno

INGREDIENTI PER LA RICETTA

600 g di stoccafisso ammollato
600 g di patate
2 scalogni
1 sedano rapa
30 g di burro
3 cucchiai di olio
750 ml di latte
1/2 bicchiere di brodo
1 foglia di alloro
3 chiodi di garofano
1 spicchio d’aglio
1 cipolla
sale q. b.
pepe q. b.

PREPARAZIONE STOCCAFISSO CON VERDURE AL FORNO
Stoccafisso con verdure al forno

Prepariamo ora lo stoccafisso con verdure al forno.

Fate lessare lo stoccafisso per 10 minuti in acqua in ebollizione, poi scolatelo, privatelo della pelle e delle lische, tagliatelo infine a piccoli pezzi.

Pelate le patate e il sedano rapa, lavateli e riduceteli a fette. Tritate la cipolla con gli scalogni, ponete il trito in una pirofila da servizio, unite l’olio e fatelo dolcemente soffriggere.

Unite allora le fette di sedano rapa, lasciatele cuocere per qualche minuto, poi mischiatevi le patate, condite il tutto con una presa di sale e con un po’ di pepe macinato al momento, coprite il recipiente e proseguite con la cottura, a fuoco dolce, fino a quando le fette di sedano rapa e di patate risulteranno a metà cottura.

Togliete allora il recipiente dal fuoco, adagiatevi i pezzi di stoccafisso, la foglia di alloro spezzettata, i chiodi di garofano, l’aglio tritato e un pizzico di sale.

Cospargete la superficie con il burro a fiocchetti e irrorate la preparazione con parte del latte.

Passate il recipiente in forno a 180° C e, dopo 20 minuti, rimescolate i vari ingredienti ed infine continuate la cottura unendo man mano il rimanente latte.

Servite direttamente in tavola lo stoccafisso con verdure al forno.

Lo Stoccafisso

Stoccafisso con verdure al fornoLo stoccafisso (in alcune zone dell’Italia settentrionale detto baccalà e in alcune zone dell’Italia centrale e meridionale detto pescestocco o semplicemente stocco) è il merluzzo nordico bianco conservato per essiccazione naturale senza l’uso del sale.

Con la denominazione stoccafisso può essere commercializzato solo se il prodotto deriva dalla specie Gadus morhua.

La tecnica di conservazione è tuttavia applicabile anche per il Gadus macrocephalus e altre specie di merluzzo o pesci dalle carni bianche, creando una moltitudine commerciale di merluzzi essiccati di vario genere e qualità; per tale motivo, il termine più corretto è stoccafisso norvegese.

Lo stoccafisso viene prodotto unicamente in Norvegia, principalmente sulle isole Lofoten, e solo nei mesi invernali, periodo in cui i merluzzi nordici bianchi arrivano nei mari limitrofi per deporre le uova e le condizioni climatiche sono favorevoli per l’essiccazione.

Origini dello stocafisso

stoccafisso con verdure al fornoUno hjell, il supporto per l’essiccazione del pesce, in Norvegia

Stoccafisso in essiccazione alle isole Lofoten

L’essiccazione naturale è uno dei più antichi metodi di conservazione del cibo.

Vi sono documenti che attestano questa pratica nei Mari del Nord sin dai tempi di Carlo Magno (IX secolo).

Il pesce secco ottenuto in questo modo può conservarsi anche per anni ed è facilmente trasportabile e commercializzabile.

Fu proprio questa facile conservazione a bordo delle navi a farlo diventare il principale alimento dei Vichinghi.

Le prime notizie sull’arrivo in Italia dello stoccafisso risalgono proprio al tempo dei Normanni in Sicilia

I veneziani erano grandi navigatori e portavano in patria ogni novità: la più diffusa versione dei fatti sostiene che nel 1432 la spedizione agli ordini del capitano veneziano Pietro Querini naufragò in Norvegia, sull’isola di Røst, a sud delle Isole Lofoten.

Per sopravvivere l’equipaggio superstite imparò a nutrirsi di questi grossi pesci, venendo ben presto in contatto con le popolazioni locali.

Rientrando a casa il capitano Querini portò gli stoccafissi, che nel Triveneto e negli altri territori un tempo appartenenti alla Serenissima sono chiamati bacalà (mentre il baccalà nel resto d’Italia, tranne nelle serenissime Brescia e Bergamo, indica un merluzzo conservato sotto sale).

A metà del Cinquecento inizia la diffusione del merluzzo secco anche nella parte meridionale della penisola, come in Calabria, importato dal porto di Napoli; le prime notizie documentate sono datate 1561.

Lo stoccafisso nell’Italia rinascimentale era quindi ampiamente conosciuto e consumato nella Serenissima Repubblica di Venezia e iniziava a diffondersi, oltre che nel Regno di Napoli, anche nella Repubblica di Genova

Fonte: Puglia.com

Fonte: Wikipedia

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