Aggressore polacco incastrato da un salentino

Aggressore polacco incastrato da un salentino!

l giovane clochard polacco è stato fermato nella zona della stazione Centrale di Milano mentre stava attendendo un treno diretto a Brescia.

Si ritiene il presunto responsabile dell’accoltellamento della ragazza israeliana la sera del 31 dicembre alla Stazione Termini di Roma.

L’uomo è stato portato in caserma per l’interrogatorio. I medici: “Stabili le condizioni della ragazza”.

Il giovane clochard polacco, Aleksander Mateusz Chomiak, quando è stato fermato aveva nella borsa due coltelli e un cutter.

I due carabinieri che lo hanno riconosciuto e bloccato, marito e moglie, stavano tornando a casa a Brescia quando hanno visto il 25enne.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso “la massima soddisfazione per l’immediata individuazione e successivo fermo dell’aggressore della stazione Termini.

I cittadini devono vivere la consapevolezza che vi possono essere casi come questo in cui un’aggressione può avvenire in modalità insidiosa e non sempre prevedibile ma non per questo sfuggire al capillare controllo del territorio e al lavoro delle nostre forze di polizia”.

Aggressore polacco incastrato da un salentino

Il cervellone colpisce ancora. L’app informatica made in Salento che utilizza il sistema “Sari” – il software per il riconoscimento facciale prodotto dall’azienda leccese “Reco 3.26” – ha permesso questa volta di scovare il 24enne polacco Aleksander Mateusz Chomiak, accusato per l’aggressione a Termini.

Aggressore polacco Il 24enne senzatetto è accusato di tentato omicidio per aver accoltellato, la notte di San Silvestro, una turista israeliana mentre stava acquistando un biglietto del treno all’interno della stazione ferroviaria della capitale.

Chomiak è stato successivamente fermato per un tentato furto a un bar di Roma: in questura gli hanno preso le generalità, le impronte digitali e sottoposto a fotosegnalamento.

A quel punto la polizia che aveva i filmati delle telecamere di sorveglianza di Termini ha estratto uno screenshot in cui era inquadrato e grazie all’app è stato identificato come presunto autore del tentato omicidio in stazione.

Aggressore polacco incastrato da un salentino

Il software

Aggressore polacco Un’app innovativa, adattabile ad altri ambiti sociali e lavorativi. Project manager del team salentino che ha prodotto il software, l’ingegnere delle Telecomunicazioni ed esperto in informatica Giuseppe Greco, originario di Calimera e rientrato nel Salento, dopo aver lavorato in Piemonte, per dar vita all’applicazione insieme alla sua squadra di sviluppatori, sistemisti e analisti funzionali.

«Sari nasce nel 2018 e possiamo definirlo una svolta dal punto di vista dell’intelligenza artificiale e del riconoscimento facciale a scopo investigativo – afferma l’ingegnere Greco.

Tutto ha origine dopo aver vinto il bando del ministero dell’Interno. L’azienda ha sviluppato il sistema di Riconoscimento Automatico delle Immagini basato sull’Intelligent Recognition (Facial Recognition), per Polizia di Stato, Direzione Centrale Anticrimine e Polizia Scientifica».

Un software oggi in uso su tutto il territorio nazionale e in tutte le Questure italiane.

«Sari è un programma di analisi video in grado di elaborare immagini/video e identificare volti confrontandoli in tempo reale (1,5 sec) con un’immagine di riferimento.

Il software di verifica, utilizzato dagli esperti della polizia scientifica, confronta il volto identificato nella scena con quello di riferimento, generando un ok in caso di verifica positiva.

Il software di identificazione, invece, confronta il volto individuato nella scena con quelli presenti all’interno di un ampio database di proprietà esclusiva del ministero dell’Interno e generando così un avviso in tempo reale in caso di corrispondenza positiva».

«L’app funziona con qualsiasi dispositivo di acquisizione video e permette in meno di un secondo di confrontare 20 milioni di immagini, anche più frame dello stesso volto – spiega Greco – combinando diversi algoritmi di riconoscimento facciale, anche di provider differenti.

Tuttavia – aggiunge il responsabile del progetto – non si tratta di app che viola la privacy del cittadino, ma di interventi per la sicurezza pubblica messi in atto solo ad indagini avviate dopo il verificarsi di un fatto su cui le forze dell’ordine intendono fare chiarezza».

 

Fonte: Quotidiano di puglia

Fonte: Sky tg 24

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