Papa Francesco telefona a Brindisi

Papa Francesco telefona a Brindisi al marito della donna morta dopo aver partorito due gemelli a Brindisi
Nel giorno di Santo Stefano, il pontefice ha contattato Giacomo Cofano, coniuge di Viviana Delego, la 41enne deceduta il 22 dicembre.

Giacomo Cofano, marito di Viviana Delego la 41enne deceduta il 22 dicembre scorso dopo aver partorito due gemelli nell’ospedale Perrino di Brindisi, ha ricevuto ieri una telefonata da parte di Papa Francesco.

Le sue sono state parole di conforto davanti a tanta sofferenza. Ma anche di speranza pensando alle piccole due creature, nate premature, e che ora si trovano ancora in ospedale.

E’ stato Don Donato Liuzzi, che segue la famiglia, a rendere pubblica l’inaspettata conversazione telefonica. Lo stesso sacerdote, dopo la morte della donna, aveva scritto al Pontefice per affidare nella preghiera la giovane mamma scomparsa e la famiglia che affrontava e affronta giorni di interminabile dolore.

Prima di ricevere la telefonata del Papa, Giacomo Cofano aveva inviato una lettera di ringraziamento al personale medico e sanitario del reparto di rianimazione del “Perrino” di Brindisi per ”l’impegno e l’umanità riservata a Viviana che vi rendono veri e propri angeli custodi”.

Papa Francesco telefona a Brindisi

Ad annunciare questo evento, un parroco di Pezze di Greco, don Donato Liuzzi, con un post su Facebook.

Lo stesso don Donato aveva segnalato la vicenda al sommo pontefice, per metterlo a conoscenza della tragedia che ha colpito una famiglia e tutta una comunità che le si è stretta intorno.

Di seguito, il testo del post su Facebook di don Donato Liuzzi.

“Mi è difficile rompere il silenzio, ma lo faccio per dare eco alla intima gioia gustata in questo giorno del Natale del Signore insieme con il nostro carissimo Giacomo Cofano, provato dalla morte della moglie nell’atto di dare la vita a due gemellini.

Ho sentito nel cuore l’ardire di bussare al cuore di Papa Francesco per raccontare di Viviana e dei gesti di vicinanza del nostro popolo.

Questa mattina (il 25 dicembre, ndr) il Papa con umiltà disarmante mi ha indirizzato una lettera di vicinanza e nel tardo pomeriggio ha telefonato a Giacomo. Abbiamo sentito il cuore del Pastore attento e sensibilissimo.

Ringraziamo il Signore per questa carezza sulla carne umana ferita che Egli viene a salvare. Ringraziamo la maternità della Chiesa, visibile negli umili gesti del Papa. E’ un Natale che non dimenticheremo mai”.

La lettera del marito di Viviana agli “angeli” di Rianimazione

Ha preso carta e penna e ha scritto una lunga lettera di ringraziamento per gli “angeli” che si sono presi cura di sia moglie nei cinque giorni di agonia prima del decesso.

Giacomo, il marito della donna deceduta al Perrino nei giorni scorsi per complicazioni avute al settimo mese di gravidanza, nella giornata di ieri 23 dicembre ha consegnato una lettera al reparto di Rianimazione rivolta a tutti i medici e gli operatori sanitari che si sono mobilitati per salvare la vita di sua moglie Viviana.

La Asl, sulla sua pagina Facebook ha pubblicato la lettera, manifestando cordoglio e vicinanza alla famiglia.

“Siamo commossi per le sue parole e per il gesto che ridà fiducia ai cittadini e sostiene l’operato dei nostri professionisti in un momento così critico per la sanità pubblica.

Siamo vicini all’immenso dolore della famiglia e lo ringraziamo con tutto il cuore”.

Papa Francesco telefona a Brindisi

Al reparto di terapia intensiva.

Viviana era una donna, una moglie, una mamma fuori dal comune. Mi spiace che non avete avuto la possibilità di conoscerla. Amava la vita ma soprattutto amava la famiglia, tanto da sacrificare la sua vita per darla a due fantastiche creature: Edoardo Maria ed Emilia Maria.

In realtà tutte queste sue caratteristiche non moriranno mai.

E’ vero, il normale schema della vita non dovrebbe essere questo. Non è giusto che due splendidi gemelli non avanno mai la possibilità di conoscere la loro mamma e che una bimba di 6 anni (Emma Maria) non possa più abbracciare la sua stella.

Ma dietro tutto questo dolore, dietro tutta questa ingiustizia c’è comunque un aspetto positivo, aver conosciuto tutti voi, di cui non ricordo i nomi ma che per cinque lunghi e speranzosi giorni siete stati gli angeli custodi di mia moglie, della mamma dei miei figli.

Aver visto le lacrime nei vostri occhi mi ha fatto capire tutta la vostra umanità e quanto abbiate sudato, studiato per cercare di dare una speranza a Viviana. Ma purtroppo, così come mi avete insegnato, in medicina 2 più 2 non fa mai quattro.

Sento comunque il dovere di ringraziarvi da parte mia, di mia figlia (che spero possa fare il vostro lavoro) e di tutta la mia famiglia per l’impegno, la professionalità e l’umanità che vi rende dei veri e proppri angeli custodi in carne ed ossa. Con affetto Giacomo

Fonte Leccesette

Fonte Web

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