I santi martiri di Otranto, Antonio Primaldo e compagni martiri, conosciuti anche semplicemente come Martiri di Otranto, sono gli 813 abitanti della città salentina di Otranto uccisi il 14 agosto 1480 dai Turchi guidati da Gedik Ahmet Pascià, per aver rifiutato la conversione all’Islam dopo la caduta della loro città.
Beatificati il 14 dicembre 1771 da papa Clemente XIV, sono stati canonizzati il 12 maggio 2013 da papa Francesco.
I superstiti e il clero si erano rifugiati nella cattedrale a pregare con l’arcivescovo Stefano Pendinelli. Gedik Ahmet Pascià ordinò loro di rinnegare la fede cristiana, ma ricevendone un netto rifiuto, irruppe con i suoi uomini nella cattedrale e li catturò.
Furono quindi tutti uccisi, mentre la chiesa, in segno di spregio, fu ridotta a stalla per i cavalli.
Particolarmente barbara fu l’uccisione dell’anziano arcivescovo Stefano Pendinelli, il quale incitò i superstiti a rivolgersi a Dio in punto di morte.
Fu infatti sciabolato e fatto a pezzi con le scimitarre, mentre il suo capo mozzato fu infilzato su una picca e portato per le vie della città.
Il comandante della guarnigione Francesco Largo venne invece segato vivo.
A capo degli Otrantini – che il 12 agosto si erano opposti alla conversione all’Islam – era anche il vecchio sarto Antonio Pezzulla, detto Il Primaldo.
Il 14 agosto Gedik Ahmet Pascià fece legare i superstiti e li fece trascinare sul vicino colle della Minerva, dove ne fece decapitare almeno 800, costringendo i parenti ad assistere alle esecuzioni.
Il primo a essere decapitato fu Antonio Primaldo.
I santi martiri di Otranto
La tradizione tramanda che il suo corpo, dopo la decapitazione, restò ritto in piedi, a dispetto degli sforzi dei carnefici per abbatterlo, sin quando l’ultimo degli Otrantini non fu martirizzato.
Durante quel massacro le cronache raccontano che un turco, tal Berlabei, si convertì nel vedere il modo in cui gli otrantini morivano per la loro fede e subì anche lui il martirio, impalato dai suoi stessi compagni d’arme.
Tra gli 813 martiri d’Otranto, si ricorda per l’eroica morte, in testimonianza della fede, la figura di Macario Nachira, colto monaco basiliano, appartenente a un’antica e nobile famiglia di Viggiano (oggi Uggiano la Chiesa).
Un processo canonico, iniziato nel 1539, terminò il 14 dicembre 1771, allorché papa Clemente XIV dichiarò beati gli 800 trucidati sul colle della Minerva, autorizzandone il culto; da allora essi sono protettori di Otranto.
In vista di una possibile canonizzazione, su richiesta dell’arcidiocesi di Otranto, il processo è stato riaperto, confermando in pieno le conclusioni del precedente. Papa Benedetto XVI, il 6 luglio 2007, ha emanato un decreto in cui riconosce il martirio di Antonio Primaldo e dei suoi concittadini uccisi “in odio alla fede”.
Il 20 dicembre 2012 Benedetto XVI nell’udienza privata con il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la Congregazione a promulgare il Decreto riguardante il miracolo della guarigione della suora Francesca Levote, attribuito all’intercessione dei beati Antonio Primaldo e compagni martiri.
Sono stati canonizzati da papa Francesco il 12 maggio 2013, secondo quanto annunziato da papa Benedetto XVI l’11 febbraio 2013.
Fonte wikipedia
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Preghiera ai Santi Martiri di Otranto
Eterno Padre, che ricolmi di santità chi è fedele fino alla fine, accogli la nostra umile preghiera per intercessione dei Santi Antonio Primaldo e Compagni che contemplano ora il Tuo volto.
Gesù Signore, che non hai risparmiato la tua vita per noi e hai chiesto ai Santi martiri di Otranto di salire sul Calvario, aiutaci ad ascoltare la Tua parola, ad accogliere la grazia della tua presenza e a configurarci ogni giorno a Te, Figlio amato del Padre.
Spirito d’Amore, che con l’unzione del crisma hai reso forte il cuore di questi laici davanti al rischio di rinnegare la fede, dà a noi lo stesso ardore davanti ad ogni compromesso perché la nostra testimonianza sia sempre umile e coraggiosa, pronta e generosa.
Santa Maria dei Martiri, compagna di viaggio di chi crede, aiutaci a seguire senza scoraggiamenti Gesù nel cammino tracciato dai Santi, per amare ogni fratello che incontriamo sulla strada della vita.
O Santi Antonio Primaldo e Compagni, che insieme avete affrontato la prova suprema del martirio, sostenete i legami fraterni della diocesi di Otranto e della Chiesa intera, perché possiamo vivere la grazia di una comunione vera per essere segno di riconciliazione e di pace per tutti. Amen.