Riti pasquali in Puglia, alcuni dei più caratteristici e tradizionali

Le celebrazioni che ogni anno si ripetono in Puglia per ricordare la passione e poi la resurrezione di Gesù Cristo sono considerate delle vere e proprie tradizioni tutte da conoscere e da scoprire. Proprio per questo motivo abbiamo selezionato per voi alcuni dei riti pasquali più caratteristici e particolari di tutta la regione.

FRACCHIE DI SAN MARCO IN LAMIS

Enormi e singolari torce di legno, le fracchie sono costruite con fede e dedizione dagli abitanti di San Marco in Lamis, per illuminare il cammino della Madonna Addolorata alla ricerca del Figlio, fino alla chiesa della Collegiata. Le più grandi sfiorano 10-15 mt di lunghezza, con una bocca dal diametro di circa 2 mt, e sono costituite da un tronco riempito di rami, sterpi, schegge di legno, utili a realizzare un falò appoggiato su appositi carrelli in ferro. Questi “coni infiammati” sono trainati a mano per le vie principali del paese.

La tradizione rimanda l’origine di quest’usanza al 1800, quando, mancando l’illuminazione pubblica e trovandosi la Chiesa dell’Addolorata fuori dalle mura della città, si utilizzavano delle torce per illuminare il percorso della Vergine in processione.

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ALTRI RITI PASQUALI DEL GARGANO

Nel Gargano sono numerosi i rituali e i luoghi dove fede e misticismo si mescolano dando vita a veri spettacoli capaci di coinvolgere ogni visitatore. Le tradizioni del Giovedì Santo di Mattinata sono famosi, quando al termine della Cena Domini, recitata nella chiesa maggiore del paese, le campane cittadine suonano e la statua di Cristo è portata in processione nel Sepolcro, un altare finemente addobbato. Per tutta la notte infine la chiesa di Mattinata lascia aperte le sue porte con un viavai di fedeli e curiosi a vegliare.

A Vico del Gargano è possibile partecipare alla Messa Pazza, in cui i membri delle cinque confraternite trasportano la statua della Vergine Maria Addolorata intonando canti funebri per esprimere il dolore della morte di Cristo. Al termine della processione è chiesto ai fedeli di urlare a pieni polmoni, liberandosi dal peso del dolore e della sofferenza provata da Gesù.

A Peschici avvengono due cortei separati in occasione del Venerdì Santo, il primo con soli uomini trasporta la statua di un Gesù ormai morto, l’altro esclusivo alle donne conduce per le vie del paese la scultura della Madonna che cerca il figlio. Il percorso delle due processioni è studiato in maniera tale che non si incontrino mai.

A Monte Sant’Angelo viene bruciata la Quarantena, un pupazzo appeso per le vie del borgo, con il volto avvizzito e lo sguardo maligno. Il fantoccio, al termine di una processione, viene colpito dagli spari dei cacciatori e dato alle fiamme mentre i giovani cantano melodie e accennano balli.

PROCESSIONE NOTTURNA A TRANI

Fede, cultura e folklore sono gli elementi che più si fondono nella Settimana Santa che precede la domenica di Pasqua. Elementi particolarmente sentiti nella caratteristica città di Trani che, per l’occasione, si lascia piacevolmente avvolgere da un clima denso di emozioni.

Senza dubbio, però, il momento più atteso e suggestivo si concentra ogni anno nella caratteristica processione penitenziale della Vergine Addolorata, a partire dal sagrato della settecentesca chiesa di Santa Teresa, alle 3.00 del mattino del Venerdì Santo, per concludersi quando il sole è già alto.

Il pellegrinaggio di dolore coinvolge centinaia di confratelli rigorosamente incappucciati, insieme alle consorelle e ai devoti che, a piedi scalzi, portano in spalla la statua della Madonna.

RITI PASQUALI DEI PAPPAMUSCI

Una tradizione ricca di fascino e fede, vede gli uomini di Francavilla Fontana vestiti con una tunica bianca o ricamata in maniera molto semplice, con un cingolo alla cintura a rappresentare il sacrificio, mentre il petto è ornato dallo scapolare, un particolare abito marrone che simboleggia la Confraternita ed il privilegio di essere stati scelti con il “Decor Carmeli”. Ad ornare quest’abito, il cappello che rappresenta il pellegrinaggio, ed il bastone tipico dei viaggiatori.

Un momento da non perdere nella città di Francavilla Fontana: il Giovedì Santo si entra nel vivo delle celebrazioni, con la Santa Messa definita “In coena domini” e proprio i Pappamusci, che incappucciati nelle loro tonache, procedono con il sacro pellegrinaggio attraverso le chiese della città. Un rito antichissimo che si tramanda sin dalla tradizione dei Frati Carmelitani che si recavano in Terra Santa accompagnando i pellegrini a visitare i luoghi della Passione di Cristo. L’origine di questa tradizione si colloca infatti intorno al XV e XVI secolo, epoca nella quale si costituirono le prime confraternite.

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