Salento zona sismica o non sismica?

Ma è vero che il Salento è definita zona non sismica?

Non è proprio come pensiamo o meglio, come ci piacerebbe pensare. Nel corso dei secoli infatti, il Salento è stato l’epicentro di numerosi terremoti anche se con un’energia non molto elevata.

La scala Richter infatti, ha evidenziato una magnitudo generalmente compresa tra il 3° e 5°, ad eccezione del devastante sisma del 20 febbraio 1743, noto come “terremoto di Nardò”, in cui ci furono 220 morti nella zona.

L’evento più importante degli ultimi tempi però fu quello del 26 ottobre 1826 a Manduria, meno forte di quello di Nardò.

Tornando al sisma del 1743, la terra tremò più volte, fu un terremoto talmente violento da scatenare uno tsunami.

Gli effetti di questo fenomeno sono riportati sia dalle cronache locali dell’epoca, che dalla presenza di grandi massi all’incirca di 70 tonnellate.

Difatti è possibile trovare ancor oggi lungo la costa adriatica qualcuna di queste tracce, ma siccome all’epoca molti litorali della zona erano paludosi e deserti non ci sono altre particolari evidenze di questo evento.

Si riporta poi in alcuni documenti, che l’epicentro fu rilevato a terra, tra Nardò e Galatina, ricollocato in seguito nel Canale d’Otranto (e non nell’entroterra neretino).

I danni maggiori, oltre alla città di Nardò si ebbero in tutta la provincia di Lecce, Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, in Grecia e nelle isole Ioniche.

Il rischio di terremoti nel Salento sebbene risulti sottovalutato, crediamo debba essere rivalutato tenendo conto della vicinanza con faglie pericolose nel mar Jonio, soprattutto nel Canale di Otranto e non solo.

Anche la vicinanza dei Balcani può essere considerata un elemento fondamentale da non perdere di vista.

Per questo motivo è assolutamente opportuno che anche nel Salento le costruzioni vengano realizzate in ottemperanza a tutte le norme antisismiche.