In questo articolo vi vogliamo parlare di uno strumento dal ritmo quasi unico, che rappresenta il simbolo tradizionale della Pizzica, questa musica terapeutica, che col suo suono narra di vicende e storie del Salento.
Il tamburello, detto nel gergo strettamente salentino “Tamburieddhru”, vanta tecniche esclusivamente artigianali, il telaio costituito da un cerchio di legno è trattato solo con oli naturali e sul quale è fissata una membrana tesa.
Normalmente viene utilizzata pelle di capretto, a meno che il diametro dello strumento non sia superiore a 40 cm, in questo caso si usano pelli di capra.
Il tamburello può essere di diverse grandezze e colorazioni, sul cerchio di legno, poi, sono presenti delle fessure nelle quali sono inseriti dei piccoli piatti metallici o sonagli, e anche il loro numero può variare e a seconda del colpo dato con il palmo della mano sul bordo del cerchio, tintinnano producendo un suono particolare, tipico del ritmo di questa terra.
Il tamburello non è soltanto uno strumento che emette suoni ma rappresenta un simbolismo inconscio nella cultura tradizionale salentina, il cerchio infatti è la figura geometrica perfetta e rappresenta la ciclicità perenne della vita.
In esso non è possibile distinguere un inizio o una fine perché tutto si sussegue ed è tutto energia palpabile, in ogni momento, senza sosta alcuna.
Il movimento circolare della sua forma è simbolo di un universo perfetto, dove tutti i punti sono perfettamente equidistanti dal centro ed ha, nei secoli rappresentato l’infinito e la relazione con il divino.
Ed è in questo simbolo di perfezione e di concentramento di energia, così come viene considerato da alcuni testi antichi indiani, che il tamburello segna con il suo ritmo incalzante il susseguirsi delle stagioni e della vita, dei cicli che ritornano ogni anno, senza sosta e senza mai aver fine, vestendosi così di spirituale e di mistico.
Il tamburello, dalla forma circolare è uno dei primi strumenti musicali creati dall’uomo, esso dava il ritmo e creava la musica delle danze sacre, portava spesso nei suoi riti tribali a stati di trance, unendo col suo suono il mondo trascendentale e il mondo umano, unendo terra e cielo.
In questo cerchio perfetto, dove non avevano sbocco le diversità, la femmina pizzicata riusciva a ritrovare la sua dimensione e scavalcava ogni ostacolo alla sua uguaglianza sociale liberandosi dai tanti tabù che il tempo le aveva affibbiato.
Al ritmo della musica del tamburello, non era più un essere inferiore, ma riacquistava la sua dignità e il suo tanto cercato valore sociale.
Ecco che, uno strumento che soprattutto in estate riscalda le piazze del Salento e che potrebbe comunque passare inosservato se non per il suo ritmo incalzante, è sempre stato un simbolo di spiritualità e di liberazione da ogni forma di costrizione sociale.