Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla mancata apertura del Dipartimento di emergenza, finalmente ieri, è giunta la buona notizia. Il (DEA) Dipartimento di emergenza e accettazione del Presidio Ospedaliero Vito Fazzi di Lecce è stato trasformato in ospedale Covid-19 ed è pronto ad accogliere chiunque ne avesse bisogno.
Con la determina dirigenziale numero 76 di ieri infatti la Regione Puglia ne dichiara l’attivazione.
“Abbiamo attivato anche questo importantissimo presidio per far fronte all’emergenza coronavirus possiamo quindi contare su una struttura moderna e funzionale, che rispetta tutti i parametri per la migliore assistenza dei malati Covid-19”, ha dichiarato il Governatore di Puglia, Michele Emiliano.
Nato per accogliere al suo interno tutti i reparti ospedalieri ad alta complessità di cure, come la rianimazione, cardiochirurgia, l’unità coronarica, la cardiologia, la chirurgia, l’ortopedia con il trauma center, come nuovo Dipartimento di emergenza e accettazione del Presidio Ospedaliero Vito Fazzi di Lecce, è stato riorganizzato in Ospedale Covid seguendo le indicazioni dettate dalla Regione Puglia il 16 marzo scorso.
Il DEA potrà così iniziare la sua attività con un percorso dedicato ai pazienti affetti da Covid-19.
Ci saranno 6 posti di osservazione breve intensiva per pazienti giunti al pronto soccorso con una gravissima insufficienza respiratoria,
36 posti di Terapia intensiva-Rianimazione,
40 posti letto in Malattie Infettive – Covid,
44 di Pneumologia – Covid, anche questi dotati di posti letto di terapia sub intensiva.
Questa è stata una corsa contro il tempo per garantire in tempo efficace i servizi necessari e affrontare così una prima ondata di richieste di ricovero vista l’urgenza, ha dichiarato il D. G. della Asl di Lecce, dr. Rollo. “Si è pronti inoltre a incrementare ulteriormente il numero di posti letto di ulteriori 50 unità, con 16 posti di terapia intensiva nel caso in cui dovessero verificarsi ulteriori impennate di urgenza.
La nostra azienda ha agito compatta e con solerzia per contribuire a contenere l’emergenza, mettendo in campo uomini e donne competenti, tecnologie avanzate e strutture adeguate.
Il resto dovrà essere dimostrato sul campo dalla nostra capacità organizzativa”, ha concluso il dirigente.
I reparti di degenza saranno supportati anche da un Servizio di radiodiagnostica,
dotato di una TAC a 128 strati, una sala di radiologia tradizionale e di ambulatori di ecodiagnostica, anche cardiologica.
Rimarrà in funzione presso il plesso originale il reparto di Malattie infettive già voluto dall’ordinaria programmazione regionale con i suoi 26 posti letto.
Ecco dunque un altro passo in avanti verso la sanità che conta e di cui abbiamo bisogno, visto l’emergenza nata con questa pandemia, naturalmente sperando di averne bisogno il meno possibile.