Monteruga – Il paese fantasma

Monteruga – Il paese fantasma. Il nostro Salento è pieno di sorprese.

Sapevate che c’è un villaggio fantasma nella campagna tra San Pancrazio, Salice e Veglie?

Il piccolo borgo nacque durante il fascismo e si sviluppò negli anni ’50, quando in seguito alla riforma fondiaria molti terreni agricoli furono espropriati ed assegnati ai contadini che avevano scelto di stabilirsi in quella zona.

Nei periodi di massimo lavoro Monteruga arrivò ad avere 800 abitanti.

Nel paesello c’erano la scuola, la chiesa intitolata a sant’Antonio Abate, la piazza centrale, lo stabilimento vitivinicolo, il frantoio, il deposito tabacchi, le case dei contadini.

Dagli anni Ottanta è tristemente noto alla cronaca perché è diventato un simbolo dell’abbandono.

Dopo la privatizzazione dei terreni agricoli e l’urbanizzazione dei grandi centri, gli abitanti del paese hanno lasciato le loro case.

Da allora non conta più abitanti.

Oggi è diventato un paese fantasma vittima del degrado e dell’incuria, visitata solo dai curiosi.

Tutti quei luoghi un tempo pieni di vita oggi sono solo uno scenario spettrale, da film horror.

Le strutture sono fatiscenti, molti edifici non hanno più porte e finestre.

Il portone della chiesa è sfondato e i calcinacci ricoprono l’altare.

Il porticato dove c’erano le case dei contadini sta crollando, e così i soffitti delle altre strutture.

La piazza centrale è ancora intoccata: con la corda si è proceduto a delimitarne il perimetro, restituendo ancor di più la sensazione di trovarsi davanti ad un gioiello di antiquariato.

In fondo alla piazza c’è una chiesa, il portone è sfondato. Ci sono ancora le panche e da un momento all’altro ci si aspetterebbe di veder entrare qualche fedele.

È vero, i calcinacci hanno ricoperto l’altare e in parte anche il pavimento, ma tutto sommato la struttura appare in buone condizioni, tanto da sembrare abbandonata soltanto qualche giorno fa.

Davvero un peccato…

Una fine lenta quella di Monteruga.

Le varie amministrazioni comunali che si sono susseguite in questi anni non sono riuscite a salvarla.

Su wikipedia leggiamo:

Monteruga – Il paese fantasma

Sorta nel ventennio fascista (1928) è un tipico esempio di villaggio rurale di quel periodo.

Negli anni ’50 Monteruga fu assegnata alla SEBI (Società Elettrica per Bonifiche e Irrigazioni) che rilevò oltre mille ettari di terreno e così impiegò molti lavoratori provenienti soprattutto dal basso Salento.

Tra gli anni ’70 e ’80 arrivò a contare 800 abitanti, la maggior parte dei quali occupati nel lavoro agricolo e nella produzione di tabacco, olio e vino.

La storia di Monteruga come centro abitato termina con la privatizzazione dell’azienda agricola negli anni ottanta e con la spartizione dei terreni.

Negli anni 2000 l’imprenditore Maurizio Zamparini voleva farne un insediamento turistico ma l’operazione non fu mai avviata .

Restano, a testimonianza di un recente passato, gli alloggi, la scuola rurale, la piazza centrale, la chiesa intitolata a sant’Antonio Abate (che veniva festeggiato ogni anno, il 17 gennaio, con una grande processione che attraversava il villaggio), il deposito tabacchi, la caserma, il campo di bocce, il dopolavoro (“lu Ralla”, edificio ancora riconoscibile per via di una lunetta disegnata sulla facciata) e lo stabilimento vinicolo, sulle cui pareti è riportata la scritta che aveva lo scopo di invogliare gli operai a lavorare: “Chi beve vino campa più a lungo del medico che glielo proibisce”.

Noi di Orgoglio Salentino ci auguriamo che possa essere recuperata il prima possibile, e che diventi un luogo di turismo per tutti, non solo per gli appassionati di atmosfere spettrali.

Fonte: web & wikipedia

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