Alla scoperta della Grotta Zinzulusa

Il nostro magnifico territorio è pieno di luoghi caratteristici, belli da togliere il fiato…e oggi parliamo di uno dei più belli, a mio parere.

Quando eravamo piccoli ricordo che era una delle mete preferite per le piccole gite fuori porta delle nostre  famiglie, e ogni volta che andavamo a visitarla, era come se fosse la prima.

Non tutti lo sanno, ma questa grotta, a cui fa da sfondo il magnifico borgo di Castro, è una delle dieci grotte più importanti al mondo, per via della sua struttura biologica, e c’è sempre un gran via via di scienziati che ne che studiano le sue caratteristiche, oltre che di turisti curiosi affascinati dalle sue caratteristiche.

Il nome deriva dal dialettale “zinzuli” stracci, ed è chiamata così perchè le stalattiti che si trovano al suo interno sono simili a brandelli di stoffa che pendono.

La sua formazione risale al periodo del Pilocene, ed è avvenuta per erosione marina. Il ritrovamento di lame, grattatoi e bulini del paleolitico, e di ceramiche e vari manufatti in osso d’età neolitica hanno fatto capire che la grotta fu frequentata dall’uomo fin dall’era preistorica.

Fu scoperta nel 1793 dal vescovo di Castro, Antonio Francesco del Duca, ma i primi studi iniziarono solo nel 1950, e fu aperta al pubblico nel 1957.

Al suo interno troviamo numerose formazioni calcaree, le stalattiti e le stalagmiti e vari laghetti naturali nei quali sono presenti organismi rari come i “poriferi” generalmente non adatti ad ambienti isolati

La grotta è idealmente divisibile in tre zone: ingresso, cripta e fondo e troviamo sia acque marine che dolci, gelate e limpidissime.

La nostra grotta ha fatto anche da set cinematografico, infatti nel 1968 un altro pilastro del nostro Salento, ovvero Carmelo Bene ci girò alcune sequenze del film “Nostra Signora dei Turchi”.

E voi…quante volte l’avete visitata?