La magia di Specchia

Siamo a Specchia, in terra di Leuca. Più esattamente, ci troviamo in uno dei borghi più belli d’Italia: per collocazione geografica ( piccola gemma incastonata tra colli e mare) e per le tracce che la storia, proprio qui, in questo posto incantato, ha disseminato copiose.
Ci troviamo a 131 metri sldm: da qui, Specchia domina incontrastata la pianura sottostante, restituendo ai nostri occhi i colori caldi e vividi di una terra che non vuole smettere di raccontarsi.

Addentrandoci nel centro storico del borgo, la sensazione di fare un salto all’indietro nel tempo è inevitabile. Stradine strette e improvvise scalinate balenano dinanzi ai nostri occhi tratteggiando un nucleo abitativo su cui si affaccia la storia.
E se l’impianto architettonico originario è di natura medievale, è quasi magia il ritrovarsi immersi in atmosfere e suggestioni di epoche successive.
La strada principale, ad esempio, è ancora detta “rua” : un francesismo che ci riporta subito alla dominazione angioina del XIV secolo: vuol dire che Specchia all’epoca si presentava già come nucleo organizzato.
La ricostruzione del borgo, dovuta a Raimondo Del Balzo si colloca invece intorno al 1452, all’indomani delle guerre spietate che videro protagonisti Angioini e Aragonesi.

Ci dirigiamo verso la piazza principale di Specchia , Piazza del Popolo : è la vista del maestoso Castello Protonobilissimi Risolo ad accogliere i nostri stupori. Incontriamo alcuni abitanti del luogo, dalla tipica ospitalità salentina. L’intesa è immediata ed ha un che di familiare. Ci forniscono interessanti informazioni sulla storia del Castello e noi li ascoltiamo volentieri, assorti e in silenzio. Parlano, scandendo date e nomi, di un precedente castello, distrutto insieme alle mura urbiche proprio in occasione delle guerre insorte tra Angioini e Aragonesi e ci danno conferma di come furono proprio i Del Balzo a provvedere al nuovo incastellamento di Specchia.
Apprendiamo inoltre che l’impianto fortificato, di epoca tardo quattrocentesca, fu costruito con tufo, calce e terra rossa locale. La madre terra salentina aveva plasmato l’edificio e questo particolare non poteva lasciare indifferenti i nostri cuori e le nostre menti…
I nostri inattesi ciceroni ci dicono anche che la struttura originariamente era isolata e solo successivamente incorporata in altre costruzioni. Ciò che ammiriamo oggi, quindi, è il risultato di trasformazioni avvenute nel corso del XVI e XVII secolo ad opera di illustri esponenti della nobiltà coeva, nonché dei più recenti lavori di restauro che hanno restituito il Castello Risolo al suo miglior splendore.
Ringraziamo e salutiamo i nostri interlocutori: sono stati veramente preziosi! Abbiamo dei nuovi amici ora, ne siamo certi. Ma intanto, ci lasciamo alle spalle Piazza del Popolo. Specchia ha ancora molto da offrire ai nostri passi e ai nostri pensieri ….